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Parla arturo: la conservazione che ci piace!

18 MARZO 2021 | BY FRANCESCA GASPARETTO

arturo apre il suo blog e lo fa perché crede che solo scrivendo, parlando e discutendo di come e perché conservare, si possa far crescere ed evolvere questa pratica tanto tradizionale quanto innovativa. Partiamo dalla frase che sarà la filosofia alla base dei contenuti che verranno postati e ricondivisi: conservare è per tutti.

Trasportiamoci a Marsiglia, nel 2013. In quell’anno, l’affascinante città francese era stata nominata Capitale della Cultura. Una grande occasione e, potrei dire, anche un grande successo. Le politiche lungimiranti applicate al contesto marsigliese modificarono davvero il volto della città portuale, che presentava diverse difficoltà sociali da risolvere e altrettanto spazio per poter testare nuove pratiche culturali sperimentali e in parte rivoluzionarie. Sto parlando, in particolare, del progetto dell’Hotel du Norde, iniziativa che ha permesso di migliorare operativamente le cattive condizioni di un quartiere popolare proprio attraverso la partecipazione di tutti i suoi abitanti ad attività plurali di tipo conservativo.

Questa idea, così diversa dai tradizionali progetti di valorizzazione e riqualificazione urbana, nasceva dai principi della Convenzione di Faro, un documento tanto culturalmente importante quanto totalmente sconosciuto ai più, che ribadiva il diritto di prendere parte liberamente alla vita del nostro Patrimonio. Il diritto!

Lasciando perdere le questioni più strettamente teoriche e abbandonando la retorica di chi crede che queste non siano pratiche applicabili nella quotidianità, vorrei provare a trasportare l’esperienza di Marsiglia nella vita di una collezione privata di oggetti d’arte di qualsiasi genere.

D’altra parte, se dei cittadini hanno preso in carico la valorizzazione e la conservazione del loro quartiere, solo perché lo sentivano parte del loro vivere e del loro essere, perché un collezionista non dovrebbe sentirsi responsabile ma soprattutto partecipe della conservazione del suo patrimonio privato?

La conservazione è un insieme di pratiche quotidiane, che hanno bisogno di essere progettate e applicate con attenzione. Senza dubbio. Ma sono anche un insieme di indicazioni logiche che, forse, ogni collezionista applica normalmente senza una reale consapevolezza.

Da oggi però, dall’istante dopo aver letto questo articolo, vorrei che ogni collezionista si sentisse realmente partecipe del processo conservativo della sua collezione. Sia che abbia tra il suo staff un restauratore o un curatore che si occupa di gestire i suoi oggetti, sia che sia lui stesso il manager della collezione.

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Conservare è per tutti e non è cosa complicata. Si tratta prima di tutto di riconoscere un valore, non solo economico, nelle cose che si possiedono. Il conservatore immaginato da arturo protegge il valore culturale, affettivo, intimo di un patrimonio. Quel valore diffuso e indefinito.

Come è successo a Marsiglia, è quindi necessario distinguere il valore da conservare e individuare così ciò che si vuole proteggere. E per fare questo, per essere certi di fare una buona conservazione, occorre progettare. La progettazione è lo strumento con cui si guarda strategicamente al futuro: pensare il futuro di una collezione; disegnare le idee che abbiamo per farla crescere, per farla conoscere e per renderla attiva; immaginare le interazioni che potrà avere con collezioni diverse, con eventuali mostre, con altre persone che semplicemente ne apprezzeranno la sua bellezza. Pensiamo alla collezione come a un sistema complesso ed eterogeno, qualcosa che ha un andamento appunto sistemico e variabile nel tempo. In questo senso, la progettazione diventa il dispositivo tecnico con cui siamo in grado di monitorare la sua evoluzione e gestire il suo cambiamento. Esatto, ho detto ‘cambiamento’. Perché contrariamente a ciò che si pensa, conservare significa saper coordinare un continuo cambiamento tenendo d’occhio i parametri fondamentali, senza però congelarli. Non si deve aver paura di assecondare le movimentazioni correttamente eseguite, gli spostamenti o in generale tutto ciò che è attività di una collezione.

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Ecco, la conservazione di arturo può essere proprio definita così: l’insieme delle strategie che permettono ad ogni collezione di essere attiva e produttiva.

Bene, allora partiamo da qui, da questa riflessione. Ogni collezionista dovrà pensarci su, dovrà immaginare i suoi obiettivi, definire i principi conservativi per la sua collezione. E come è avvenuto a Marsiglia, sentirsi il motore e l’attivatore di questi stessi principi.

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